SOGNANDO AL PIANOFORTE CON KLAAS STAPERT

Premessa: prima peregrinazione, fra Francia e Olanda

Girovagando su internet, si scoprono siti musicali di indubbio interesse. Perché allora, mi  sono detta, non segnalarne qualcuno – magari molto più “cliccato” del mio – ai miei lettori?

Il presente post inaugura una nuova “rubrica”, dedicata ad autori (musicisti) che hanno messo on line i loro lavori. Un’antologia progressiva senza alcuna pretesa di “oggettività”, ma basata su un criterio di selezione assolutamente personale, a cadenza libera, irregolare – e probabilmente lentissima…

Un’alchimia di suoni

Fra gli innumerevoli siti, scopro e segnalo con piacere quello di Klaas Stapert, ex-professore di chimica. Questo olandese, stabilitosi in Francia, ha (fortunatamente) riscoperto la sua passione giovanile: la musica e l’improvvisazione al pianoforte. Stapert è autore di circa trecento lavori (per un totale approssimativo di trenta ore) di musica classica, contemporanea e per film, che dapprima improvvisa, poi registra su nastro, quindi trascrive in notazione con il computer. Ispirato dal suono del suo Bechstein a coda, entra mentre suona in uno stato pressoché onirico: «è come se le mie dita fossero guidate da un essere invisibile che segue una logica al di fuori di me», dichiara. “Sognando al pianoforte” si chiama infatti il suo blog, su cui si possono ascoltare  gratuitamente molte sue opere. Un’escursione su questo sito, arricchito fra l’altro da immagini di quadri, disegni e filmati (fra cui un ritratto dello stesso Stapert ad opera di Myriam Comet), si rivela più che piacevole; vien voglia di tornare, riascoltare, approfondire.

Improvvisazioni…

Udendo le musiche di Stapert, si percepisce la genesi “improvvisativa” di molti brani, ma nonostante ciò si è avvinti sia dal coerente concatenarsi delle idee che dalla fantasia prolifica, che riguarda l’invenzione melodica, ma forse ancor più le modulazioni armoniche e (in alcuni pezzi) le imitazioni contrappuntistiche. I suoi brani seguono infatti una logica fluida, ma efficace; le frasi musicali si dispongono plasticamente, senza rigidità, in un “ordine” che sembra costruirsi spontaneamente, articolandosi in un discorso a volte anche complesso.

su soggetti eterogenei

La sua creatività può accendersi di fronte a un quadro, leggendo un libro, o ancora in occasione di avvenimenti di cronaca rimasti nella memoria collettiva (come nel caso de La libération de Florence per tromba, corno e orchestra d’archi, scritta per Florence Aubenas, giornalista francese presa in ostaggio in Iraq e poi rilasciata nel Giugno 2005).

Quadri e disegni in musica

Tuttavia, la maggioranza delle composizioni nasce da stimoli visivi; è il caso di diverse opere pianistiche.

Le Réactions de mon piano sur un tableau sans titre de Piet Moget sono cinque pezzi, introdotti da un commento recitato, scritti nel 2008 per gli ottant’anni del pittore olandese e ispirati da un quadro astratto di questi. Proprio l’assoluta a- figuratività della tela permette a Stapert di spaziare con l’immaginazione, confrontandosi con infiniti mondi possibili (un po’ come accadeva a Leopardi molto tempo addietro di fronte a una celeberrima siepe…): «orizzonte, dietro al quale cento paradisi sono da inventare» è l’incipit della declamazione che precede l’ultimo brano. Nonostante i titoli, che rimandano a precisi ambiti tonali, i numeri sono in realtà di carattere estremamente astratto. Il pezzo che preferisco è forse En Do, cromatico, in cui la tensione fra i due “rettangoli” del dipinto è trasposta in quella fra le due linee della mano destra e sinistra del pianoforte.

A Madame M., nato dalla contemplazione di uno dei Graphismes di Jean-Christophe Villard (a loro volta ispirati dai Concerti Brandeburghesi), è invece un pezzo luminoso che imita liberamente lo stile barocco (e la confidenza con il contrappunto che emerge nella pagina si spiega forse anche con le origini olandesi di Stapert). Se questo breve lavoro rievoca memorie bachiane, mozartiano è invece L’Appel de l’Ange, di circa tre minuti, delicato e un po’ naïf, ispirato a un bel disegno di Aurelia Stapert. Con il suo tono intimo, il pezzo dipinge un mondo di dolcezza infantile, ricco di poesia ma anche volutamente sobrio: un’essenzialità coerente con la citazione riportata sotto il disegno – tratta dal libro L’Ange Roman dans la pensée et dans l’art della soprannominata autrice – dove la contemplazione di Dio da parte degli angeli è associata a un completo dépouillement, a una totale nudità.

Ancora un quadro, Mélodie de sable di Nicole Pfund (utilizzato per l’header del blog), è all’origine della Faintaisie op. 120, «fortemente emozionale», secondo la definizione di Stapert.

Musiche per film e film per musiche

Inoltre, sul blog si possono ascoltare anche musiche scritte per film-documentari.

Cito anzitutto gli assai felici Atelier, breve pezzo di tono lirico composto per il film Vincent Bioulès, peintre du paysage, e Triomphe, utilizzato in Ecrivez-moi di Jean Soulet. Quest’ultimo è un “corto” di quattro minuti circa basato su un montaggio di cartoline d’epoca. A metà strada fra nostalgico e sentimentale, ha la particolarità di esser stato ideato a partire dalla musica di Stapert, in modo da invertire la “gerarchia” tradizionale considerante la musica “in funzione” delle immagini filmiche…

Non è finita qui. Da Pierre Soulages parle… de sa peinture, des vitraux de Conques, de la peinture, contenente interviste con lo stesso pittore risalenti al 1998, è estrapolata La mouette (“Il gabbiano”), di circa sette minuti, mentre da Naufrage dans le Golfe du Lion – girato sempre da Jean Soulet con l’aiuto di un’équipe di sommozzatori, in seguito alla scoperta di un relitto colato al largo di Frontignan, sono tratte Les lamentations de l’épave. Ecco come le presenta lo stesso Stapert: «la ricchezza sonora provocata dal ribattere ripetitivo dello stesso tasto, fa risorgere un antico ricordo: nel grande hangar di un cantiere navale, gli operai picchiavano con i martelli sullo scafo d’acciaio di un grande battello per fissare i ribattini, producendo rumori maestosi e assordanti. In questo spirito, mi sono lasciato andare e ho scritto un pezzo di carattere molto contemporaneo, evocante le terribili grida di nascita di un grande mostro d’acciaio: il grande battello».

Il sito fornirebbe moltissimo ulteriore materiale, ma non voglio scrivere altro: vi lascio alle vostre personali scoperte. Buon divertimento !!!

Blog: Dreamingatmypiano


SOGNANDO AL PIANOFORTE CON KLAAS STAPERTultima modifica: 2010-04-24T12:40:00+02:00da catve
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